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Ex Chiesa della Maddalena, Bergamo, Personale

5 - 29 maggio 2022
Riflessi dall'inconscio

La mostra “Riflessi dall'inconscio” vuole indagare in quel sentimento di inconoscibilità e contraddittorietà della vita che ognuno di noi avverte in fondo a se stesso con il senso di mistero e incanto sprigionato dalle opere di questa artista. Da un lato vediamo che per lei la realtà più misteriosa e imperscrutabile è l’essere umano e il suo volto, ritratto in sintesi, disegno e segno impostatale proprio dalle basi apprese da Giacomo Manzù, suo ultimo maestro, con spessore espressivo che allude ad una interiorità silenziosa e potentissima. La figura umana centro di ogni suo interesse, viene indovinata, studiata, amata e poi reinterpreta, seguendo il filone nostalgico della pittura espressionista di Munch, Kokoshka e Sironi, con una particolare forza, sicurezza e musicalità di accordi che conquistano chi osserva. Ma buona parte dell’esposizione è anche dedicata alla serie dei “Giardini”, il periodo più informale e astratto della sua storia artistica, che ha origine dall'osservazione degli elementi della natura: alberi e boschi grondanti di pioggia, radici, fiori, rami intrecciati con fantasia e vitalità travolgente. Luoghi immaginari dove si respira la libertà, filosofia della natura come sede di speranza, spazi dove il bello della natura è ancora possibile. Dipinti di getto con stile sicuro e senza ripensamenti. Affermava Constantin Brancusi: “La semplicità in arte è la sostanza di una complessità risolta”, così nei “Giardini” vi è uno stile che a tratti si fa essenziale e fa pensare alla sintesi del disegno orientale, dove elementi isolati richiamano la macchia nera di china dell’ideogramma giapponese sul bianco della tavola. Anche qui Mazot riesce a delineare e portare in luce le zone d’ombra dell’animo umano, con poesia.